#NoSlot

Penso che non ce l’ho nemmeno il tempo di scrivere questo post ma è una cosa che non riesco a realizzare che uno Stato trovi parte dei soldi che gli servono vendendo illusioni ai suoi cittadini.

Che mi lascia interdetta che nelle Case del Popolo, che casa per me è accoglienza e protezione, trovi degli spazi, magari nascosti, per non farli vedere troppo, dove ci sono le slot.

Che quando esci la mattina presto per andare al lavoro ed entri dal tabaccaio a comprare il tuo, di vizio, trovi qualcuno che con gli occhi sbarrati fissa le fragole, gli assi e chessoio che ruotano e non si allineano mai.

Che io lo so cosa è una dipendenza, che fumo e non riesco a smettere e le mie  corde vocali chissà e lo so che sono io che devo decidere e non lo stato per me, se non fosse che lo stato ci guadagna sulle mie corde vocali e sui miei polmoni e quelli di tanti altri ma si sa, qui basta che ti confessi e il peccato è perdonato e allora ci scrivono che fa venire il cancro.

Che sento la stessa confessione quando in tv passano le pubblicità dei giochi ma gioca responsabilmente.

Che ci guadagnano le mafie e lo Stato insieme e ti chiedi allora quanto è grande questa trattativa sulla pelle della gente.

Che lo so che il divieto non blocca la dipendenza.

Ma che vorrei che si desse un’altra speranza, diversa da quella di vincere per sopravvivere e che invece a volte ti fa morire.

2 pensieri su “#NoSlot

    • beh, lo dico anch’io che il divieto non blocca la dipendenza e non ho certo la soluzione in tasca, certo è che trovo indegna l’ipocrisia dello stato al riguardo e il fatto che, ancora una volta, si lascino liberamente lucrare le mafie sulla disperazione

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