Binetti o non Binetti

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Sono una neofita del mondo dei blog, quindi lungi da me fare l’esperta, ma voglio raccontare l’idiota ingenuità con cui ho agito ieri, soprattutto per ricordarmene ed agire di conseguenza in futuro.

Scorrendo la TL di Twitter mentre lavoro, mi capita sotto gli occhi un link “I bambini col cancro portino la croce”: le bestemmie della Binetti .

Leggerlo, imbufalirmi e rilanciare è stato un tutt’uno.

Nel contempo commento il blog chiedendo anche in che occasione e in che veste la Sen. Binetti avesse rilasciato una dichiarazione tanto orribile.

Iniziano ad arrivare i primi commenti ed io inizio ad insospettirmi del silenzio degli autori e noto che nessun link è pubblicato sul post per rimandare ad eventuali fonti.

Vado quindi a cercare in rete, cosa che avrei dovuto fare prima, ma certi argomenti purtroppo ottundono la mia capacità di discernimento, almeno in via temporanea,  e trovo delle notizie che la mia non enciclopedica memoria aveva rimosso e che mi dicono dell’impegno della Senatrice per l’estensione e l’approvazione della legge sulle cure palliative, impegno totalmente in contrasto con le affermazioni del post del contendere.

Ora, agli scarsi lettori del mio blog e ai tanti amici sono ben note le mie posizioni fortemente anticlericali e laiche, quindi in netto contrasto con quelle della pia senatrice.

Ma proprio per questo vado in bestia quando si sporca una battaglia che io ritengo di principio con l’arma della disonestà intellettuale, che inficia il lavoro totalmente gratuito e disinteressato di tante persone che vogliono fare informazione in rete e attraverso questa cercare di dare un sia pur pulcioso contributo al cambiamento di questo paese.

E voi, che sfruttate la passione civile che tante persone hanno per qualche ora di pezzente visibilità sul web, mi fate ribrezzo, perché con la vostra azione screditate una delle poche occasioni che abbiamo per continuare a dare la nostra opinione, regalate argomenti a chi la rete vuol farla tacere, buttate in un calderone di cialtronaggine tante persone che ci mettono la faccia ogni giorno, citando fonti, circostanziando le notizie.

Non sono una complottista ma un comportamento così becero farebbe quasi pensare ad un’azione che avesse proprio questo come scopo.

Vi dirò, forse apprezzerei di più.

L’opposizione si fa con onestà.

Il resto è fuffa.

P.S. Sbircio un po’ in giro prima di pubblicare e trovo traccia della smentita della Senatrice sulla sua pagina Facebook, attraverso la quale alcuni avevano chiesto lumi.

Questa esperienza mi fa chiedere: sarà lei?

Non importa, per completezza di informazione eccola.

Ciò non toglie che continui a sentirmi agli antipodi da lei.

10 pensieri su “Binetti o non Binetti

  1. In genere, quando si obietta “ma questa frase non l’ha detta”, ci si sente rispondere “si, ma ha detto quello, quell’altro e quell’altro ancora”.
    Molti non capiscono la differenza tra verosimile e vero, basta linkare qualsiasi baggianata per farle avere una patente di verità, dalle filastrocche attribuite a Neruda alle scie chimiche; per fortuna ogni tanto trovo ancora qualcuno che prima si documenta… 😉
    Sono sicuro che se esiste un Inferno la Binetti ci andrà, ma non per la frase citata. Bastano tutte le altre.

    • Non è mai positivo quando il giudizio si trasforma in pregiudizio, ancora peggio quando ci si casca personalmente. Di solito mi documento ma ieri mi hanno fregato alla grande e credo sia giusto ammettere i propri errori se si vuole mantenere almeno uno straccio di credibilità

  2. Al di là della malafede degli autori che hanno diffuso in primis la notizia, credo che la Rete abbia mostrato una buona capacità di autoregolamentazione. Persone come te, Giusi, hanno interrotto la viralità della notizia per sottometterla al controllo delle fonti. E rapidamente si é appurato che la dichiarazione non aveva fondamento.
    Sull’episodio ho letto parecchi commenti in merito alla disinformazione del Web ed alla sconfitta dei réseaux sociaux.
    In realtà, se e’ vero che l’assimilazione a verità di ciò che circola su stampa e televisioni é una pratica comune (alla tele hanno detto…), mi sembra che nel nostro caso la Rete sia stata capace di interrogarsi e di regolarsi molto prima di dover reagire alle smentite tardive.
    Per quanto mi riguarda, credo che le notizie false esistano dagli albori della storia…ma che quando a censurarle sia la stessa Rete e non dei supposti organi di controllo, é qui che si osserva un maniera nuova di fare dibattito..

    • Sì, questo è certamente l’aspetto positivo di quello che è successo e vedere come la Rete sviluppi questo tipo di autoregolamentazione dimostra come si stia affermando una coscienza differente dell’essere sociale, l’assunzione di responsabilità all’interno di un mezzo che pure consentirebbe e consente molti modi di nascondersi.

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  5. L’Unità; La Stampa 6 marzo 2007
    Due o tre consigli che mi sento di dare alla senatrice Binetti
    Il cilicio della senatrice Binetti
    Gentile direttore, la senatrice Paola Binetti, intervistata da Cristina Cossu (“Il Sardegna” 21 febbraio) ha dichiarato candidamente di portare il cilicio, adducendo che la pratica appartiene alla cultura cristiana. Nella trasmissione “Tetris” in onda su La7, ha definito l’omosessualità “una devianza della personalità”. Ovviamente la senatrice non si è resa conto che per due volte ha mostrato di non essere una buona cristiana. Dire, infatti, pubblicamente a persone che si sentono sanissime, che hanno una personalità deviata, a prescindere dal fatto che siano sane o malate, è un’offesa; significa, inoltre, fare discriminazioni che Gesù non faceva. Riguardo al cilicio, la pratica appartiene ad un aspetto aberrante della cultura cristiana, che contrasta con la ragione, col Vangelo e, guarda un po’, anche col Catechismo della Chiesa cattolica. Secondo questo, “il corpo dell’uomo partecipa alla dignità di «immagine di Dio»”, e quindi non deve essere maltrattato, ma considerato “buono e degno di onore” (cf n. 364 Catechismo, e Gaudium et spes, 14). Tormentare il proprio corpo è “contrario al giusto amore di sé…all’amore del Dio vivente” (cf Catechismo, n. 2281- suicidio -). Mi permetto di suggerire alla senatrice Binetti, sacrifici più consoni al Vangelo e alla ragione. Un esempio: rinunciare ai propri guadagni a favore dei poveri, tenendo per sè, ovviamente, lo stretto necessario per vivere.
    Renato Pierri

  6. Fresca, fresca…

    Affaritaliani 1 luglio 2012
    L’intelligenza e la coscienza di Paola Binetti
    Paola Binetti, in testa al suo sito internet, ha scritto: «I grandi temi sollecitano non soltanto l’intelligenza ma anche la nostra coscienza». Vediamo come il grande tema del testamento biologico ha sollecitato la sua intelligenza nonché la sua coscienza. Scrive: «Sono convinta che la libertà del soggetto di decidere come vuole essere assistito anche nel momento in cui non potesse esprimere la sua volontà, non può tradursi in un desiderio di anticipare la sua morte, né in un abbandono anticipato da parte di chi gli sta vicino e lo cura. Sarebbe una sconfitta di tutti se il paziente , sentendosi di peso, dicesse, o semplicemente pensasse: “meglio che la mia vita si concluda piuttosto che affidarla alla cura di altri”».. “La libertà non può tradursi…”. Quindi, secondo Paola Binetti, la libertà del soggetto, per non andando a ledere la libertà altrui, deve avere un limite. E chi è deputato a porre questo limite? Lo Stato. E perché? Perché Paola Binetti, e altri intelligenti come lei, ne sono convinti. “Sentendosi di peso…piuttosto che affidarla alla cura…”. E chi ha stabilito che siano questi i motivi che spingono un malato a desiderare di anticipare la sua morte? Non potrebbe essere, invece, la consapevolezza d’avere davanti a sé una vita insopportabile, senza speranza alcuna di guarigione?
    Attilio Doni

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